Al Circolo degli Operai di Leonforte “La Traviata” commentata da Filippo Mendolia
Organizzata dall’Asmul presieduta dal maestro Giovanni Leonde, sabato 28 gennaio appena trascorso. al Circolo degli Operai di Leonforte, ha avuto luogo la visione del melodramma rappresentato nel 2002 al Teatro di Busseto dell’opera in tre atti “La Traviata” diretta dal regista Franco Zeffirelli, con straordinari protagonisti il soprano Stefania Bonfadelli nella parte di Violetta, il tenore Scott Piper in quella di Alfredo e il baritono Renato Bruson in quella di Giorgio Germont (il padre di Alfredo), Placido Domingo come direttore d’orchestra e Marco Faelli del coro della Fondazione Arturo Toscanini.
La Traviata, l’opera in tre atti più famosa di Verdi composta su libretto di Francesco Maria Piave, è basata su La Signora delle Camelie, opera teatrale di Alexandre Dumas, che lo stesso autore trasse dal suo precedente omonimo romanzo.
E’ il ritratto di una ragazza della Francia esistita veramente, che faceva la prostituta, che non conobbe mai l’amore con la A maiuscola, morta per tubercolosi nel 1847.
La Travia racconta di Violetta- Valéry, giovane cortigiana parigina. Per amore di Alfredo decide di cambiare vita, di abbandonare Parigi, i suoi lussi e le sue trasgressioni, e di trasferirsi in campagna. Lì i due innamorati vivono felici, ma un giorno arriva il padre di Alfredo, Germont: egli chiede a Violetta di lasciare Alfredo per sempre perché la loro convivenza disdicevole rischia di far saltare il matrimonio dell’altra sua figlia, la sorella di Alfredo. Violetta cerca di opporsi, ma alla fine, convinta da Germont, scrive una lettera di addio ad Alfredo, spiegandogli che ha nostalgia di Parigi e della sua vita di prima. Alfredo, sconvolto dalla rabbia e dalla delusione, la raggiunge e la offende pubblicamente gettandole del denaro ai piedi. Violetta, malata di tisi, è ormai in fin di vita quando Alfredo, venuto a sapere la verità, va a chiederle perdono. Dopo averlo rivisto per l’ultima volta, Violetta si spegne.
La censura impose a Verdi di ambientare l’opera nel Settecento, pur se in quel secolo ancora non si conosceva il valzer. La sua prima rappresentazione avvenuta il 6 marzo 1853 al teatro La Fenice di Venezia non piacque al pubblico perché presentava una modernità all’epoca non compresa.
La Traviata, che è il melodramma musicale tra i primi quattro più rappresentati al mondo con circa 400 rappresentazioni all’anno, è stata commentata con competenza musicale da Filippo Mendolia, medico in pensione, studioso e profondo conoscitore dell’opera italiana, appassionato melomane per diletto e tantissimo piacere per chi lo ascolta.
Su uno schermo appositamente approntato per la visione dell’opera dianzi indicata, il video inizia con Violetta mentre sta tenendo una festa nella sua casa a Parigi.
Ad un certo punto lei e i suoi ospiti invitano Alfredo ad improvvisare un brindisi che inneggi alle gioie del vino, dell’amore e del piacere, ed egli intona questo celebre brindisi in tempo di valzer, a cui si uniscono Violetta e gli altri invitati, che inizia con i trascinanti e inebrianti versi di “Libiamo, libiamo ne’lieti calici che la bellezza infiora. E la fuggevol ora s’inebrii a voluttà”.
In questo clima festoso già è evidente l’amore che sta nascendo tra Violetta e Alfredo.
Da Violetta, che: “oh gioia Ch’io non conobbi, essere amata amando! “, Alfredo fu colpito dal primo istante, da “quel dì tremante vissi d’ignoto amor, di quell’amor ch’è l’anima dell’universo intero, misterioso, altero, croce e delizia al cor”.
A dire del fine critico musicale Mendolia, Il momento culminante dell’opera (25 secondi di musica celestiale) è quando Violetta chiede ad Alfredo di amarlo: “Amami Alfredo, amami quant’io ti amo!. Addio!”, dove per esprimere al meglio la leggerezza, la liricità e la drammaticità del sentimento d’amore di Violetta occorre un soprano leggero, lirico e ad un tempo drammatico, quale lo è stata al massimo livello la divina Maria Callas, quale pure è risultata la Bonfadelli.
Al termine di un evento culturale unico nel suo genere tra quelli organizzati a Leonforte per la straordinarietà della visione dell’opera lirica “La Traviata” di Giuseppe Verdi che ha goduto del commento appassionato e dotto di un eccellente esperto di melodrammi musicali, la band Asmul diretta da Giovanni Leonde e composta da Fabrizio Leonde, Luigi Spataro, Tony Cammarata, Paolo La Mantia, Carmelo Pastaro, Paolo Cammarata, Giampaolo Mangione, ha eseguito i seguenti brani di Giuseppe Vedi: La donna è mobile, tratto dal Rigoletto, Si ridesti il leone di Castiglia, tratto dalle Ernani, l’Aida e, per finire, il Brindisi, tratto dalla Traviata.
Il presidente del Circolo, Enzo Perrica, nel ringraziare i soci presenti, i musicisti e il maestro Giovanni Leonde, con una pergamena per come ha spiegato e fatta vivere la Traviata di Giuseppe Verdi e con un prossimo arrivederci ha ringraziato in particolare il medico Filippo Mendolia.
Giuseppe Sammartino.