Livesicilia: Pure i fischi hanno abbandonato Matteo Renzi al capolinea, gli resta solo l’indifferenza
Caro Matteo Renzi,
Quel meraviglioso spirito cinico di Oscar Wilde una volta disse: “L’indifferenza è la vendetta che il mondo si prende sui mediocri”. Sulla mediocrità glissiamo, ma l’indifferente irrilevanza con cui sei stato accolto in Sicilia comunica un sentimento da capolinea: non ti fischiano nemmeno più. E’ accaduto ieri a Catania, nella tua veloce comparsa a sostegno del rettore Micari: la saletta conventuale di un hotel con frammenti di apparato, poco pubblico. E un grigio silenzio come compagno di viaggio.
Caro Matteo, c’era un tempo, per te splendido, quando al tuo passaggio si spostavano moltitudini bibliche e plaudenti. Tu incarnavi – tuo malgrado – la speranza declinata a uso del marketing. Giovane e fiammeggiante, portatore della rottamazione, vendicatore dei torti, diserbante dei privilegi, arcangelo immacolato di un nuovismo che chiede soltanto di essere mondato dai peccati del suo passato, per ricominciare a mentirsi. Ti vedevano così.
Poi venne un altro tempo – dopo la buona scuola, dopo il referendum, ricordi? – quando l’antipatia prendeva comunque la forma di un dissenso robusto: proteste, manifestazioni, pure in Sicilia, un capovolgimento degli amorosi sensi di un’epoca trascorsa che comunque conferiva imponenza alla tua figura. Un fischio sottolinea il carisma di colui che viene fischiato, perfino al nemico ti affezioni, se ne testimoni il valore con l’asprezza.
Adesso l’istantanea ci offre una ben mesta immagine. Quella salettina che racconta una scarna partecipazione. Non più cittadini semplici – in un modo o nell’altro – al tuo cospetto, ma profili da santino elettorale. Accanto, con la faccia tirata da un sorriso di circostanza, il rettore Fabrizio Micari, una brava persona mandata allo sbaraglio: si sa che il Pd candida i migliori appena è certo della loro sconfitta. E una sconsolante assenza di popolo, fischi compresi. Il capolinea, appunto.
La gente non c’è più, Caro Matteo. Pure il presidente Grasso se n’è andato, rendendo evidente la profezia del naufragio. Tutti aspettano le elezioni regionali siciliane per cancellare definitivamente la pagina del renzismo. E così sia.
Resta lo spettacolo malinconico del potere in dissolvenza, circondato dalla solitudine, della tavola che fu imbandita e ricca, con le ultime e sparute briciole. Resta l’indifferenza che giunge col suo sigillo finale a chiudere la storia, in un albergo catanese. “C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé”. (Sempre Oscar Wilde. E non era un grillino).
Roberto Puglisi – Livesicilia.it