Codice rosso sul cambiamento climatico. Cosa possiamo fare ora?
Negli ultimi tempi il riscaldamento globale è stato sempre più spesso oggetto di attenzione da parte di molti organi di informazione, e questo per una buona ragione. Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha pubblicato di recente un rapporto che mostra come il danno autoinflitto sia diventato irreversibile e continui a intensificarsi rapidamente.
A partire dal 9 agosto, i principali organi d’informazione hanno pubblicato numerose notizie sul rapporto dell’IPCC, che è stato descritto da molti come un “codice rosso” che conferma che lo stato attuale delle condizioni climatiche e meteorologiche estreme è sicuramente indotto dall’uomo e che noi siamo “inequivocabilmente” la causa di questi fenomeni meteorologici estremi che portano a violenti incendi, uragani e allo scioglimento delle calotte glaciali.
Il rapporto dell’IPCC fornisce un quadro chiaro e dettagliato di come il cambiamento climatico stia alterando Madre Natura e indica ciò che ancora ci aspetta. Essendo l’ultimo rapporto globale dell’IPCC dal 2013, ha colpito più duramente del previsto e sta causando allarme in tutto il mondo. È ormai chiaro che i danni sono inevitabili.
L’IPCC avverte che le ondate di calore estremo, le siccità e le inondazioni continueranno a intensificarsi, con previsioni di superamento di un livello di temperatura chiave entro il 2040. Il mondo sarà più caldo di un grado e mezzo e il superamento di questo valore causerà ondate di calore più intense e frequenti.
Secondo il rapporto, l’innalzamento del livello del mare sta accelerando, i cicloni tropicali stanno diventando più forti, mentre i ghiacci dell’Artico si stanno ulteriormente riducendo. Alcune regioni saranno colpite da più di un disastro climatico contemporaneamente, non solo da condizioni meteorologiche estreme.
Per oltre tre decenni, le Nazioni Unite hanno lanciato avvertimenti che il mondo ha ignorato. Quasi tutti gli effetti del riscaldamento globale sono causati dall’emissione di gas nocivi come il metano e l’anidride carbonica. Solo il dieci per cento circa può essere attribuito alle forze naturali della Terra.
Cosa possiamo fare?
Sebbene sia chiaro che non si può tornare indietro, c’è ancora speranza per il futuro se riduciamo il tasso di emissioni globali della metà entro il 2030. Questo può contribuire ad arrestare l’aumento delle temperature globali e permetterci di raggiungere lo zero netto, ma non sarà un compito facile. Il raggiungimento dello zero netto comporterebbe un ampio uso di tecnologie pulite per ridurre le emissioni di gas serra, la piantumazione di molti più alberi e l’utilizzo della cattura del carbonio per frenare l’ulteriore rilascio di gas nocivi nell’atmosfera.
Poiché la tendenza negativa continuerà per decenni, è essenziale prestare attenzione ai modi in cui ci adatteremo al clima. Un modo è quello di investire in servizi di allerta precoce, climatici e idrici. Dobbiamo anche concentrarci sulla creazione di osservatori meteorologici e idrologici nelle aree emarginate dell’Africa, del Sud America e di altri Stati insulari, per aumentare l’accuratezza delle previsioni meteorologiche a livello mondiale.
Shirley Mist si occupa di moda e design da molti anni. Ha anche scritto molto per molte pubblicazioni online. Attualmente scrive per The Tribune World ed è un membro prezioso del nostro team.