Un tifoso è stato condannato per aver aggredito un calciatore dell’Aston Villa durante una partita.
Paul Mitchell, tifoso del Birmingham City, è stato condannato a 14 settimane di carcere dalla Birmingham Magistrates’ Court per l’aggressione subita a metà partita da Jack Grealish dell’Aston Villa durante il derby dello scorso weekend tra le due squadre.
Il 27enne Mitchell ha invaso il campo del St Andrew’s dieci minuti dopo la partita di domenica, prima di correre dietro all’ignaro capitano del Villa e sferrare un pugno a tradimento alla testa del centrocampista. Sebbene sia rimasto scioccato dall’aggressione, Grealish non ha subito alcuna perdita di forma e ha segnato l’unico gol nella vittoria del Villa per 1-0 sui rivali locali.
Grealish, 23 anni, ha dichiarato
si è sentito fortunato a non essere stato ferito gravemente, aggiungendo: “Poteva andare molto peggio se il tifoso avesse avuto un’arma”.
Parlando attraverso il suo avvocato, Mitchell non è stato in grado di giustificare l’aggressione e ha affermato che la sua motivazione iniziale era “solo quella di andare in campo e di far infuriare la folla”. Mitchell, di Rubery a Bromsgrove, Worcestershire, è stato inoltre multato per 350 sterline, di cui 100 di risarcimento a Grealish per il disagio e lo shock dell’incidente. I magistrati lo hanno inoltre bandito da tutti i campi di calcio per dieci anni.
Il Birmingham City, sul cui terreno di gioco è avvenuta l’aggressione, ha dichiarato che non ci sono “scuse” per la condotta di Mitchell che, a suo dire, “non ha posto nel calcio” e ha aggiunto: “Ancora una volta, ci scusiamo con Jack e con tutto l’Aston Villa Football Club”.
Il club ha anche dichiarato di aver imposto a Mitchell un divieto totale a vita, non solo insistendo sul fatto che non sarebbe mai stato riammesso allo stadio St Andrew, ma anche che gli sarebbe stato impedito in modo permanente di acquistare biglietti per le partite in trasferta, sia di persona che per delega.
L’attacco ha inevitabilmente portato a scambi incandescenti tra tifosi rivali online, che si sono intensificati fino a includere commenti relativi al defunto fratello di Jack Grealish, Keelan, morto a soli nove mesi quando Grealish stesso aveva solo quattro anni. Il Birmingham City ha poi dichiarato che un secondo tifoso è stato bandito a vita a causa dei post offensivi su Twitter e la polizia delle West Midlands ha confermato che sta continuando a esaminare le denunce presentate a seguito dei tweet offensivi.
L’Aston Villa ha dichiarato in un comunicato che l’attacco è stato “vile”, aggiungendo che “le rivalità locali fanno parte del tessuto del gioco. Tuttavia, come siamo certi che i nostri amici del Birmingham City concorderanno, il fatto che la sicurezza personale di un giocatore sia messa così a repentaglio è un serio motivo di preoccupazione per l’intera comunità calcistica”.
Riferendosi a una seconda aggressione in campo avvenuta lo stesso giorno, questa volta ai danni di Chris Smalling del Manchester United da parte di un tifoso dell’Arsenal allo stadio Emirates, la Football Association ha dichiarato che “è stata superata una linea di confine in termini di comportamento dei tifosi” e che è “del tutto inaccettabile” che la sicurezza dei giocatori sia messa a rischio. La FA ha dichiarato di aver scritto sia al Birmingham City che all’Arsenal “per chiedere le loro osservazioni ed esaminare le misure di sicurezza adottate”.